L'audace sfida al gigante Apple: siamo nell'era degli assistenti vocali?
AI, oh my!
November 16, 2023
5 Min Lettura
Immaginate due ex dipendenti di Apple, da sempre sinonimo di acuta sensibilità per il design e passione nel creare prodotti rivoluzionari.
Immaginate, ora, che vogliano sfidare l’eredità degli IPhone, prodotto di punta dell’azienda della mela morsicata.
Humane è la startup dietro l’omonimo AI Pin, disponibile nel mercato americano da oggi (16/11/23) a 699$, presentato come la nuova svolta tecnologica (qui iil video di presentazione)
Si distingue per il suo design minimalista e funzionale: un piccolo dispositivo con clip magnetica, facile da agganciare ai vestiti, senza schermo, e controllato principalmente tramite comandi vocali.
Incorpora una fotocamera, sensori di movimento ed una luce laser per fornire dei feedback visivi minimali sul palmo della nostra mano.
L’aspetto più interessante, come suggerisce il nome, è che le sue funzionalità poggino sull’integrazione con l’intelligenza artificiale generativa, essendo stato realizzato in collaborazione con Microsoft e OpenAI, la “madre” di ChatGPT.
In questo articolo vi fornirò 5 motivi per cui questo prodotto potrebbe non imporsi sul mercato e 5 per cui, al contrario, riuscirà a sostituire gli smartphone, così come è speranza dei suoi ideatori.
Sebbene il rapido sviluppo dell’AI Generativa, non si ha ancora raggiunto un livello tale per cui si possa percepire il tocco umano, con risposte che tendono ad essere troppo generiche o accademiche.
Inoltre, la rappresentazione olografica proiettata sulla propria mano non sembra avere la risoluzione richiesta per convincere gli utenti ad abbandonare degli schermi in 4k.
Una spilla sulla maglia non rappresenta il massimo del comfort. Non si tratta nemmeno della posizione ideale in caso si voglia catturare foto e video.
A differenza dello smartphone manca della flessibilità nell'utilizzo dello strumento.
Sebbene assistenti vocali come Alexa e Google Home siano già presenti sul mercato, il loro impatto è rimasto confinato a un pubblico di nicchia.
L’AI Pin ha capacità decisamente superiori, ma rimane incerto se i consumatori sentano realmente la necessità o abbiano la dimestichezza per utilizzare appieno un assistente vocale.
Sarà possibile personalizzare la propria esperienza con l’AI Pin tramite humane.center, un hub a cui si potrà accedere tramite qualsiasi browser.
Si tratta di una soluzione eccitante per gli appassionati di tecnologia, ma una sfida per il pubblico generalista.
In un'epoca in cui l'IA è spesso percepita come una minaccia al lavoro umano, generare fiducia nei confronti di questo dispositivo sarà una sfida notevole.
La maggior parte delle attività quotidiane eseguite con lo smartphone avviene in modo silenzioso e privato. Chini su uno schermo, a mandare messaggi, visualizzare foto e video, effettuare ricerche online.
Gli ideatori dell’AI Pin invece ci invitano ad esprimere i comandi a voce alta, un cambiamento significativo che potrebbe rivelarsi una barriera difficile da superare per molti utenti.
Un prodotto per raggiungere il successo deve rispettare 3 criteri:
• Viability (il prodotto deve generare profitto)
• Feasibility (deve essere realizzabile tecnicamente)
• Desirability (qualcuno deve volere o aver bisogno del prodotto)
La mia sensazione è che sia quest’ultima componente a lasciarmi più dubbi. Abbiamo bisogno dell’AI Pin?
Una delle principali cause dietro il fallimento di un’idea è l’eccessiva attenzione a ciò che la tecnologia può dare (tantissimo, in questo caso) e poca a come questa possa fondersi con le abitudini e le necessità degli utenti.
È molto facile essere diversi, molto difficile essere migliori - Jonathan Ive, ex CDO di Apple
Poco più di un anno fa veniva aperta al pubblico ChatGPT di OpenAI, diventando presto parte del quotidiano di moltissimi professionisti.
Apple ha già annunciato l'uscita del suo visore a realtà virtuale, che dovrebbe cambiare radicalmente il modo in cui intendiamo lo spazio intorno a noi.
Qualsiasi carenza iniziale dell'AI Pin potrebbe essere rapidamente superata grazie all’accelerazione del progresso tecnologico, portando questo ed altri strumenti ai livelli attesi dagli utenti.
A differenza di altri dispositivi tecnologici in uso nel nostro quotidiano che ci ascoltano in continuazione, l'AI Pin adotta un approccio "privacy-first".
Viene attivato solo tramite un tocco fisico e segnala visivamente, a noi e a chi ci sta intorno, la sua accensione.
Questo design incentrato sulla privacy potrebbe diventare un fattore distintivo in un mercato sempre più consapevole di questo tema.
Ci abbiamo girato intorno, ma si tratta del vero elemento distintivo di questo prodotto.
Gli AI Agent (programmi di intelligenza artificiale generativa allenati per rispondere a task specifiche) sono estremamente potenti e ci permetteranno di aumentare in modo esponenziale le capacità dei nostri telefoni, rispondendo alle nostre richieste "non in minuti, ma in momenti".
Non solo telefonate e l’invio di messaggi, ma anche richiedere informazioni sugli ambienti e prodotti che ci circondano, tradurre in tempo reale una conversazione in un’altra lingua, organizzare le nostre giornate, costruire e riprodurre playlist per accompagnarle.
Quello che siamo abituati a fare con numerose applicazioni, lo potremmo attivare automaticamente con la voce.
Gli sviluppatori non realizzeranno più software per essere scaricati dagli utenti, ma per essere inclusi nei sistemi avanzati di Humane.
Sebbene l'esperienza utente sia cruciale nella progettazione di un prodotto (e questo due ex-Apple lo sanno bene), spesso sono le innovazioni tecnologiche a precedere le pratiche UX.
Una volta che la tecnologia rivoluzionaria è sul mercato, l'esperienza utente si evolve per adattarsi ad essa, piuttosto che il contrario.
Mentre la tecnologia diventa sempre più integrata nella nostra vita quotidiana, cresce anche la consapevolezza degli effetti negativi della tecnologia attuale.
L'overload informativo a causa dei potenti algoritmi social e la “stanchezza da schermo” sono conseguenze di un’interfaccia prettamente visiva.
L'AI Pin incoraggia invece le brevi interazioni vocali, con il tentativo di direzionarci verso un mondo dove le interazioni sono più naturali e meno nascoste dietro uno schermo.
Ragionando su questi punti, la vera sfida di Humane non sarà la sostituzione dell’Iphone e la corsa contro i grandi player sul mercato.
Dovranno essere in grado ottenere la fiducia dei consumatori, introducendo un cambiamento radicale nel modo in cui intendiamo non solo la tecnologia, ma anche i rapporti umani.
Questo è qualcosa che Apple è riuscita fare tanti anni fa, riusciranno a replicarli?