Seguire tutte le migliori pratiche UX per creare un'app con un sistema di prenotazione non convenzionale
UX Insider
October 4, 2023
7 Min Lettura
Siamo veloci. Siamo connessi. Siamo un'app che può rivoluzionare il modo in cui percepiamo il viaggio aereo.
Pink Air ha questa visione: collegare numerose città in tutta Europa e non solo, con un nuovo modo di di intedere il sistema di prenotazione dei voli.
Che si tratti di un viaggio d'affari o di una vacanza nella meta dei tuoi sogni, tutto ciò di cui hai bisogno è specificare la tua destinazione.
Il software ti presenterà gli aeroporti nelle vicinanze tra cui scegliere, tutti visualizzati su un unico schermo.
Con tutte le possibili rotte per raggiungere il luogo che ritieni spieciale, puoi davvero andare "From Anywhere to Everywhere".
La nostra azienda, Pink Air, crede fermamente in un'esperienza di viaggio incentrata sgli essere umano, fin dalle prime fasi, da quando stai scegliendo il tuo volo.
Ecco perché la nostra app è realizzata con le migliori tecniche UX design. Siamo per un'esperienza di prenotazione che sia semplice, intuitiva, veloce, costruita per prepararsi velocemente e godersi l'avventura.
Ma ecco la sorpresa: né l'app né l'azienda esistono realmente. Pink Air è eterea, niente più di un'idea o di un progetto concettuale.
Dal mio punto di vista, è un modo interessante per spiegare, passo dopo passo, come il processo UX possa essere applicato in un contesto innovativo.
In realtà, Pink Air sarebbe il mio progetto finale allo UX Design Institute of Dublin dove ho conseguito il, Professional Diploma in UX Design, riconosciuto a livello accademico dalla Caledonian University of Glasgow.
Parlando di design, sia che a farlo siano professionisti del settore che non, erroneamente si tende a prensare solo all'aspetto creativo.
Nelle nostre menti il design è concettualizzato nell'architettura, nelle interfacce digitali, in qualche modo è legato al concetto di opera d'arte.
Tuttavia, molti di noi trascurano il complesso processo che si ciela dietro al progetto artistico finale. Per me, proveniente da un mondo tecnico e ingegneristico, è qualcosa che dopo il Diploma ha profondamente cambiato la mia visione del design.
Se non segui il processo, non stai davvero facendo design. Non stai facendo UX.
Il processo di Design si divide in 3 fasi principali: Ricerca, Analisi e, solo alla fine, la soluzione di Design.
Dopo ogni fase del processo è fondamentale perseverare nel testing e nella ricerca, creando, in questa maniera, un loop.
Ci sono molti modi per spiegare questo concetto, come il modello di Design Thinking di IBM, il Diamante triplo di Zendesk o, come ho imparato allo UX Design Institute, il Loop di Ricerca.
Questo viaggio inizia con un'intensa fase di ricerca, cercando di avere una profonda comprensione della materia (in questo caso, viaggi aerei) a, come aspetto più importante, comprendere il comportamento degli utenti durante il processo di prenotazione dei voli.
Questa sezione è cruciale. Senza un'accurata ricerca prenderemmo decisioni guidati da incomprensioni, stereotipi e bias personali, quando in realtà l'unica cosa a contare sono i dati:
“Crediamo solo in Dio, tutti gli altri portino i dati” - W. Edwards Deming
I dati collezionati sono sia quantitativi che qualitativi, raccolti con una varietà di tecniche e strumenti, cercando di ricordarci che noi non siamo l'utente di riferimento:
Ho studiato i punti di forza, di debolezza e le migliori pratiche di prodotti già presente stabilemente sul mercato.
Si è trattata inoltre di un'opportunità per "rubare" qualche idea interessante per il futuro sviluppo di Pink Air.
Si tratta della prima volta che ho interagito con degli utenti. Ho iniziato a raccogliere qualche indizio che, alla fine, sarebbe diventata la proposta di valore di Pink Air.
In particolare, quando ho lasciato spazio per le risposte aperte su come gli utenti avrebbero voluto migliorare le app di voli, qualcuno ha suggerito: "Aggiungerei la possibilità di controllare gli areoporti vicini, per avere più opzioni utili ".
I sondaggi sono una soluzione certamente utilie, come lo sono il Card Sorting o l'A/B testing, ma per raccogliere dati qualitativi di gran valore non si può non parlare di un'altra tecnica...
Interviste, dove viene chiesto agli utenti di interagire con un prodotto o una specifica feature.
Potrei scrivere un'intero articolo su questa tipologia di test, visto che sono la specialità dei ricercatori UX, ma ridurrò questo concetto spiegando che l'attenzione dev'essere tutta posta sul comportamento dell'utente, sulle sue reazioni ed i suoi obiettivi.
Si tratta comunque di un'intervista, ma è vitale osservare più che fare domande. Come disse una famosa antropologa:
"Quello che le persone dicono, quello che fanno e quello che dicono di fare, sono cose completamente diverse" – Margaret Mead
Anche se stiamo parlando di dati e numeri, l'interpretazione dei risultati collezionati durante la ricerca è uno degli aspetti più artistici del processo UX.
I designer hanno bisogno di intuito e talento per dare la propria visione personale, struttura e chiarezza alle informazioni a disposizione.
Una tecnica che arriva dallo management giapponese, utile per visualizzare e categorizzare tutte le informazioni disponibili.
A volta uso questo metodo anche per organizzarmi personalmente e per fare brainstorming.
Qui c'è un aspetto fondamentale da sottolineare: In questa tecnica tutti gli stakeholder partecipano attivamente.
Gli viene fornito preventivamente il materiale di ricerca e tutti, idealmente dalla figura junior fino al CEO, si incontrano di fronte ad una lavagna bianca.
Ogni partecipante scrive le proprie osservazioni su un post-it, concentrandosi sul proprio punto di vista riguardo ai dati raccolti.
Dopo che tutti i post-it sono attaccati, ci si sforza insieme di creare dei gruppi logici per tutte le note, dandogli anche un nome che sia di valore ( es: Commenti utente, problemi di navigazione, problemi del layout, ecc...).
Per il mio progetto ho avuto l'opportunità unica di essere invitato ad una scuola alberghiera di Trieste, l'AD Formandum.
Ho avuto modo di parlare dell'importanza della CX (l'esperienza del cliente) nel settore del turismo e del servizio.
Visto che il mio progetto tratta dei viaggi aerei, ho coinvolto gli studenti nella realizzazione del mio Diagramma di Affinità.
Mappare le interazioni degli utenti con un'applicazione o un servizio può essere utile per evidenziare gli alti e bassi del suo coinvolgimento e per avere una prima visualizzazione concreta dei dati.
Possiamo vederlo come un diagramma che rappresenta l'andamento delle sue emozioni, dove possiamo facilmente individuare le aree che hanno bisogno di una correzione tramite il design.
Ora entriamo nella parte più "eccitante": realizzare la nostra soluzione.
Ma prima di immergerci nel design digitale e abbozzare le prime schermate, c'è un passaggio ulteriore da fare: la creazione di un Diagramma di Flusso.
Basandoci sul lavoro fatto precedentemente, bisogna avere le idee chiare su quante pagine ci sono sull'app e come queste sono connesse l'un l'altra.
In altre parole, prima di progettare l'interfaccia, dobbiamo progettare l'interazione dell'utente.
Per progettare Pink Air ho seguito tutti i migliori principi e pattern appresi durante il corso, ma l'idea dietro al mio progetto si basa su degli indizi utili raccolti durante la mia fase di ricerca:
1) Gli utenti, prima di prenotare il volo, usano innanzitutto le app come comparatori di prezzi.
2) Sono disponibili a partire da areoporti diversi, ma spesso il processo di tornare nelle pagine indietro e modificare i parametri per comparare i prezzi può essere lungo e confusionario.
Ho inoltre identifcato alcune problematiche tipiche delle app di voli, come una cattiva gestione del calendario, difficolta nel processo di selezione del volo o la confusionaria descrizione della struttura delle offerte.
Dopo un po' di brainstorming è venuta fuori la soluzione di Pink Air: l'app avrebbe richiesto all'utente l'accesso alla sua posizione, suggerendo così le strade da tutti gli areoporti più vicini.
Finalmente ero pronto a realizzare lo schizzo della mia soluzione, trovare il mio look-and-feel e, ovviamente, digitalizzare un prototipo (per il mio progetto, realizzato con un livello medio di fedeltà, visto che è in grado di coprire un solo caso d'uso), una soluzione utile per gli stakeholder e gli utenti (per ulteriori test) di interagire con la futura app.
Solo dopo l'approvazione di tutti il progetto viene consegnato ai programmatori. In questa fase i designer devono assicurare la consegna e la descrizione di ogni piccolo dettaglio al team di sviluppo.
Ho voluto creare anche un logo ed una tagline (un motto) come esercizio creativo, un lavoro sul brand del'app.
Ma ecco il mio pensiero finale: il brand di un'azienda è molto di più del suo logo, della tagline o degli elementi visuali, ma è il risultato di una pianificazione meticolosa e di consistenza. Sicuramente è molto più un concetto cliente-centrico che una mera rappresentazione dell'azienda.
"Il tuo brand è ciò che le persone dicono di te quando esci dalla stanza." – Jeff Bezos
Questo vale ugualmente per la UX e la UI (interfaccia utente). Si tratta di molto di più degli elementi grafici di un'app.
Realizzare ed interagire con un prototipo è figo, ma per parlare e praticare seriamente la UX hai bisogno di tutte le fasi del processo: Ricerca, Analisi e Design.