Capire cosa c'è dietro la concezione del design come forma d'arte e come si è evoluto in un veicolo per il futuro.
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October 23, 2023
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Nelle fasi iniziali della mia carriera, venendo da un background stringente e tecnico come quello ingegneristico, il termine Design era come enigmatico, qualcosa di strettamente connesso con l'arte, a cui ero completamente estraneo.
Essendo diventato ora parte del mio quotidiano, ho deciso di approfondire e capire cosa si celi dietro la complessità di questo termine.
Quando ho iniziato a studiare allo UX Design Institute of Dublin, ho subito compreso come il Design trascenda dalle questioni puramente estetiche o artistiche a cui solitamente lo associamo.
Dietro c'è una cultura profonda di pianificzione, organizzazione di processi, si allinea più al mondo del project management che a quello artistico.
Ho provato a capire come mai io, e molte altre persone, crediamo ancora in questo falso mito e come mai molti stakeholder relegano il Design ad una componente supplementare.
La prima spiegazione che ho trovato, all'apparenza abbastanza divertente, deriva dal mio contesto italiano:
Inizialmente ho pensato alla somiglianza tra il termine Design e Disegnare e probabilmente non è così sbagliato pensare che qualcuno possa involontariametne fare questa associazione.
Si tratta però chiaramente di un'eccessiva semplificazione del problema, quindi ho deciso di dare uno sguardo alla storia.
Restando in Italia, sicuramente una grossa parte della nostra concezione del Design deriva dal nostro patrimonio culturale.
Senza scomodare Leonardo da Vinci, possiamo restare concentrati sulla seconda metà del 20esimo secolo.
Tra gli anni 50 e 70, nel pieno del boom economico, molti giovani architetti si ritrovarono pionieri del concetto di Design moderno.
A causa della mancanza di politiche serie sui grandi progetti infrastrutturali, molti dei nuovi designers hanno iniziato a lavorare nel settore industriale (da A. Branzi – Introduzione al design italiano).
Coinvolti più nella realizzazione di prodotti fisici che negli edifici, hanno portato con se esperienza e capacità visuali ed artistiche.
In combinazione con la ricerca della qualità (ma questo anche grazie ad una vecchia tradizione manufatturiera), hanno aiutato a creare il famoso “Made in Italy”.
Non vado troppo lontano dalla realtà quando dico che la nostra cultura artistica è una delle più importanti al mondo e certamente motivo di vanto, ma è altrettanto vero che l'Italia ha difficoltà ad accettare nuovi paradigmi, restando ancorata al passato.
Probabilmente molte aziende italiane ancora faticano ad accettare che i tempi stanno cambiando ed il Design non è più solo un concetto artistico.
Questo per quanto riguarda l'Italia, ma si può dire lo stesso al di fuori del mio paese?
Se restiamo a guardare quel periodo storico, possiamo notare come fosse un'era florida per l'innovazione, che ci ha portato ad una dipendenza alla tecnologia come non mai.
Ingegneri e nerd, assunti dalle industrie, erano molto concentrati sulla creazione di prodotti avanguardistici a livello tecnologico. C'era un approccio tecno-centrico piuttosto che design-centrico.
Per molte persone che hanno vissuto quella cultura ingegneristica il mantra era "Più feature riesci a mettere in un prodotto, migliore è il prodotto."
Un buon esempio di ciò lo si puo vedere nell'evoluzione dei telecomandi:
I primi telecomandi avevano solo quattro bottoni, erano semplici ed intuitivi. Quelli più moderni invece ne hanno una vasta gamma, la cui maggior parte sono ancora da decifrare per la persona comune.
Questo proliferare di bottoni è uscito certamente dalla mente di un ingegnere, non da quella di un designer.
La tecnologia oscurava il design, lasciandole il mero aspetto estetico.
In ogni caso, quando il mercato iniziò a saturare di soluzioni ed iniziò a crescere anche la consapevolezza dei consumatori, le aziende iniziarono a capire che il Design potesse essere veramente utile per "progettare".
Il solo fatto che il Design sta lentamente liberandosi della concezione di pura arte, permette ad ognuno di comprendere la sua traduzione letterale dall'inglese: Progettare.
Deriva dal latino, Pro, ovvero avanti e Jacere, ovvero lanciare. Gettare o lanciare in avanti quindi, il termine incapsula l'essenza di essere proiettati verso il futuro.
Il Design è uno strumento che, tramite uno specifico processo e in alcuni determinati campi d'applicaizone (in questo articolo ho scritto dello UX Design Process), permette di veicolare le decisioni future.
Si tratta di un mezzo incredibile e, come dice la frase che risuona nella mia testa nell'ultimo periodo:
Il Design è un modo per orientare il comportamento delle persone
Si tratta di un concetto estremamente versatile. Nei prossimi anni potrà essere sfruttato in numerosi e differenti campi d'applicazione. Quello che io preferisco è legato al mondo dell'innovazione.
Credo che il Design possa staccarsi definitivamente dai suoi limiti storici e possa essere utilizzato come approccio fondamentale per guidare la trasformazione digitale nelle aziende del futuro.